Racconto di Patrizia Ambrosini
Era l’epoca in cui il cielo, ancora giovane e con poca
esperienza, reagiva a violente esplosioni di collera e riversava quantità
enormi di neve senza preoccuparsi di nulla, solo per mostrare al mondo
quanto fosse potente.
Sul grande lago ai piedi della montagna nevicò dunque per giorni e giorni.
Tutto era coperto da uno spesso tappeto bianco, fitto come una coltre di
nuvole.
Per gli animali era sempre più difficile trovare un rifugio e tutti si
chiedevano se il bel tempo sarebbe mai tornato.
Una notte, lo scoiattolo fece un grande sogno. L’orso metteva in un sacco
tutto ciò che trovava sul suo cammino: bacche selvatiche, funghi, muschi,
miele. E il sole brillava alto su di lui, e come brillava!!
Al risveglio lo scoiattolo si convinse di una cosa: era stato l’orso a
rubare il bel tempo!
Andò allora a cercare il tasso, l’alce, la volpe e altri amici e tutti
saltarono su una canoa per attraversare il lago e andare alla tana
dell’orso. Sarebbe stato sufficiente trovare il sacco e aprirlo per fare
tornare il bel tempo!
Nella tana dell’orso non c’era nessuno, ma in un angolo buio era posato il
famoso sacco, il sacco del sogno!
Gli animali si precipitarono a prenderlo, però era terribilmente pesante!
Provarono a tirare, spingere, ma non riuscirono a muoverlo; finalmente il
grande cervo lo trascinò fino alla canoa.
Adesso dovevano fare in modo che l’orso non li inseguisse.
“rosicchia la canoa dell’orso” ordinò lo scoiattolo al topo.
Il topolino si mise a rosicchiare a più non posso il legno della canoa, ma
proprio in quel momento l’orso uscì dalla foresta. Vedendo quella banda di
ladri, fece un terribile grugnito e, quando sia accorse che se ne stavano
andando con il suo sacco pieno di bel tempo, balzò sulla canoa e partì
all’inseguimento, facendo leva con tutte le sue forze sulla canoa.
Troppa energia!! La canoa, rosicchiata a metà, cedette, e lui finì alla
deriva.
Lo scoiattolo, il cervo, il topo e gli altri animali si misero a ridere di
gusto. Quel ladro del bel tempo aveva avuto ciò che si meritava! Arrivati
dall’altra parte del lago aprirono il sacco ed ecco che ne uscirono subito
il sole, un cielo blu e un tepore primaverile.
Gli animali erano felicissimi!! Ma non avevano pensato a quello che sarebbe
successo dopo: la neve si sciolse in un baleno, le sorgenti si gonfiarono, i
ruscelli si ingrossarono riempiendo i fiumi e l’acqua del lago iniziò a
salire ricoprendo i prati, le rocce e trascinando via tutto al suo
passaggio. Gli animali si rifugiarono sulla cima di una montagna dove
l’acqua non era ancora arrivata, e l’orso, che era riuscito anche lui a
salvarsi, si mise a piangere disperato.
“Non avrei mai dovuto rubare il bel tempo! La terra è scomparsa!”
“e con lei tutto il cibo!” Aggiunse lo scoiattolo. Infatti tutti pensarono
che non sarebbero riusciti a resistere lungo senza mangiare!.
“dobbiamo portare la terra su questa montagna” disse la lontra, e si immerse
nell’acqua tentando di raggiungere il fondo. Quando riemerse senza terra
tutti si resero conto che l’impresa era fallita.
Provò allora a immergersi la trota. Ma invano, poi tentarono il castoro, il
luccio. Nessuno riuscì.
Infine provò l’anatra. L’immersione le sembrò infinita: prima andò a destra,
poi a sinistra, spingendo il più forte possibile con le zampe palmate per
riuscire a raggiungere il fondo.
Era allo stremo delle forze, quando sentì qualcosa di duro sotto il becco.
Era terra!! Ce l’aveva fatta! Ne prese una piccola quantità fra le zampe e
risalì in superficie.
“ho trovato la strada fino alla terra!” esclamò trionfante.
E a turno, seguendo la direzione indicata dall’anatra, gli animali acquatici
si immersero, portando fuori la terra dalla valle e ricoprirono la roccia.
Da quel momento l’orso si accontentò di miele, bacche e funghi, e non pensò
mai più a rubare il bel tempo.
E quando alla fine dell’inverno, la neve tardava a sciogliersi, gli animali
aspettavano con pazienza che il sole sciogliesse lentamente, ma molto
lentamente, la spessa coltre bianca.
Pagina 1 di 1
