Favola
di Hans Christian Andersen
Mamma, guarda come sono belli! - Esclamò il bambino con gioia sollevando il
coperchio della scatola di legno.
Dentro, allineati in ordine uno accanto all'altro, stavano una ventina di
soldatini di piombo, splendenti e sull'attenti nelle loro uniformi rosse con
pantaloni blu scuro. Sulla testa portavano copricapi neri con piume rosse e
bianche, e ognuno reggeva con fierezza il suo fucile appoggiato alla spalla.
Il bambino li prese uno per uno e li mise sul tavolo, guardandoli estasiato.
L'ultimo gli sembrò molto curioso: rimaneva perfettamente diritto, come il
resto della truppa, ma aveva una gamba sola!
Malgrado questo difetto, o forse proprio per questo, aveva uno sguardo più
fiero e audace degli altri. Subito, il ragazzino lo prese in simpatia e
divenne il suo soldatino preferito.
Sulla tavola si trovava anche un castello di carta. Con il tetto d'ardesia,
le mura di pietra con i riflessi dorati e la scala con le ringhiere in
ferro, questo castello assomigliava ad un maniero feudale, in mezzo ad un
parco verdeggiante ricco di alberi e piante multicolori.
Due cigni bianchissimi navigavano maestosamente in un lago di carta
argentata.
Ma la cosa più interessante era una graziosa ballerina che stava accanto al
lago: i biondi capelli raccolti in trecce, gli occhi limpidi come l'acqua
del lago, il sorriso dolce e attraente e l'abitino bianco da danza la
rendevano meravigliosa.
Con le braccia alzate sopra la testa, le mani giunte, rimaneva in perfetto
equilibrio sulla punta di un piede, mentre l'altra gamba era proiettata in
aria, impegnata in una piroetta, nascosta in parte dal tutù.
Dopo essere uscito dalla scatola, il soldato con una gamba sola fu attratto
dalla bellezza della ballerina, e non smise di guardarla nemmeno un attimo.
Egli credeva che avesse una sola gamba come lui e questa convinzione
rinforzava il suo amore appena nato.
Cercò allora di conoscerla e decise di andarle a far visita appena fosse
venuta sera.
Per far ciò, era indispensabile che il bambino si dimenticasse di allinearlo
nella scatola.
Il soldatino si lasciò scivolare dietro ad un cofanetto e li rimase sdraiato
ed immobile attendendo la fine della giornata. Come previsto, il bambino
rimise i suoi soldati nella scatola dimenticandosi del soldatino con una
sola gamba.
Venuta la notte, tutti gli abitanti della casa dormivano profondamente, ad
eccezione dei giocattoli. Nella penombra, alla sola luce della luna che
trapelava dalla finestra, incominciò una folle scorribanda: i palloni
rimbalzavano per la stanza, gli animali di peluche fecero alcune piroette e i
soldatini di piombo sfilarono al suono del tamburo di un clown variopinto.
In mezzo a tutta questa agitazione, rimanevano tranquille solo la ballerina
di carta, che rimaneva nella sua posa acrobatica, e il soldatino di piombo
che, nascosto dal cofanetto, continuava a fissarla.
Malgrado la sua aria marziale e la sua prestanza, era timido e ritardava di
minuto in minuto il momento dell'approccio.
Questi momenti di esitazione gli furono fatali!
Tutto preso dalla contemplazione della ballerina, il soldato di piombo non
si accorse di un losco
figuro, uno gnomo nero e gobbo come un diavoletto.
Innamorato follemente della ragazza, vedeva nel soldatino un rivale
pericoloso, giovane e bello.
Cieco d'invidia, lo chiamò più volte, ma il giovane militare non lo ascoltò
neppure.
Allora lo gnomo lo fulminò con gli occhi e lo minacciò:
- Tu mi ignori! Ma ti accorgerai di me ben presto...-
Il mattino seguente il bambino si accorse che il soldatino di piombo era
rimasto nascosto dietro al cofanetto; lo prese e lo posò sul davanzale della
finestra.
Immediatamente, un malaugurato soffio di vento, o forse il soffio
vendicatore dello gnomo, lo fece cadere nel vuoto.
Girando su sé stesso, la testa in basso e i piedi in alto, cadde
vertiginosamente.
Non potendo chiudere gli occhi, vide avvicinarsi spaventosamente il terreno.
Quando toccò il suolo, la sua baionetta, con la violenza del colpo, si
infisse nell'asfalto e così restò, capovolto.
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