Favola
di Hans Christian Andersen
Tanto tempo fa nelle profondità degli oceani vivevano
esseri metà umani e metà pesci: le sirene. Dotate di una voce melodiosa, a
volte salivano fino alla superficie del mare, per cantare dolci canzoni ai
marinai.
Le sirene abitavano in palazzi di corallo e madreperla, decorati di
conchiglie multicolori che rilucevano anche a quella profondità. Intorno si
estendevano vasti giardini di alghe verdi e brune, che davano riparo a una
moltitudine di pesci dalle forme e colori straordinari, che danzavano
graziosamente in compagnia di meduse trasparenti.
Nel più grande e più bello di questi palazzi marini regnava il re del mare.
Già vecchio, era padre di sei bellissime principesse. Egli aveva affidato la
loro educazione alla regina madre, che aveva insegnato alle principesse le
belle maniere, la melodia e l'armonia, e tutte quelle cose che facevano di
loro delle ragazze sapienti.
Erano tutte bellissime, ma la più giovane era di uno splendore particolare
che la distingueva dalle sorelle. I suoi lunghi capelli biondi e soffici, la
sua bocca rossa, la pelle dal colore di perla e i suoi occhi chiarissimi le
conferivano un fascino incomparabile. La giovane tuttavia da qualche mese
mostrava segni di scontentezza, e la tristezza le adombrava il fascinoso
viso. Sempre più spesso si recava nel giardino segreto del palazzo, a
meditare e fantasticare in solitudine. Il motivo della tristezza della
giovane era stato un avvenimento capitato qualche tempo prima. Mentre
nuotava tra i coralli, assieme agli amici delfini, aveva rinvenuto un busto
in alabastro di un giovane uomo, probabilmente caduto in mare durante il
naufragio di una nave.
Era sempre stata attratta dai racconti della nonna sulla vita terrestre;
l'anziana sirena infatti aveva, in gioventù, sovente frequentato le spiagge
umane, imparandone usi e costumi e raccontava le sue storie alla nipote.
La Sirenetta assillava di domande la nonna, voleva sapere tutto dei suoi
viaggi e della vita di chi si muoveva con le gambe sulla terraferma, anzichè
nuotare con le pinne nel mare; ed era sempre più ansiosa di vedere coi
propri occhi. Ma questo non le era ancora permesso, perchè per potersi
allontanare dal reame marino doveva raggiungere la maggiore età.
Quando una delle sue sorelle più grandi raggiunse quell'età, dopo
innumerevoli raccomandazioni di prudenza da parte della nonna, partì verso
la superficie. La Sirenetta la guardava con invidia
guardata con invidia, che crebbe al ritorno della sorella, che aveva tante
storie emozionanti da raccontare
L'anno seguente, fu la volta della seconda figlia del re, che partì verso altri
litorali, conobbe altre popolazioni, altri usi e costumi e tornò anch'essa
carica di ricordi e avventure che abbagliarono la sorellina. La terza
principessa, quando anch'essa raggiunse la maggiore età, addirittura risalì
un fiume e raccontò di castelli, colline e panorami mirabolanti.
La quarta raggiunse punti ancora più remoti ed esotici. Il compleanno della quinta fu in inverno ed ebbe il privilegio di
ammirare la neve e il
ghiaccio sulla terraferma, che nessuna sirena aveva mai visto fino ad allora. Infine, il giorno
tanto atteso e nello
stesso tempo tanto temuto, arrivò, e anche la Sirenetta
ebbe il permesso
di partire. Nuotò vigorosamente e andò verso il cielo che intravedeva sopra la
sua testa. Tra mille spruzzi, uscì sulla superficie del mare e contemplò
estasiata, il sole che calava rosso sull'orizzonte. I minuti passarono
meravigliosi finchè arrivò la notte. Mentre si dirigeva verso la riva, la
piccola sirena scorse una magnifica caravella con molte vele.
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